RECENSIONE
F. Somà, Assoluta Mente, Primalpe, Cuneo 2019
LE FAVOLE DI FRANCESCA
Penso a chi si dice “libero”
e invece si sente prigioniero,
con un desiderio di felicità.
Francesca Somà (L’incantesimo della maga Faias)
Sulle orme di Esopo e Fedro
Vi è un genere letterario che dall’antichità ai giorni nostri ha avuto un’enorme fortuna, le favole di Esopo e di Fedro. Racconti brevi che delineano situazioni a sfondo morale, dove i protagonisti sono per lo più animali. Si tratta di vicende accattivanti scritte con immediatezza che mettono alla berlina la prepotenza, sottolineano le meschinità, l’adulazione, dimostrando una chiara simpatia per i deboli e gli oppressi. Fiabe di riscatto e liberazione in grado di presentare strumenti per un mondo migliore.
Il libro di Francesca ripropone, attualizzandolo, questo genere letterario, mettendo in scena non solo gli animali ma anche gli umani. Il tema delle fiabe è la ricerca della felicità per trovare un’armonia nei rapporti che sembra esser dimenticata. Ricerca della felicità individuata nei migranti che fanno grandi sacrifici per raggiungere lidi in cui sperano di trovare migliori condizioni. La loro non è tristezza è impegno ed ottimismo. Il filo rosso è la solidarietà e l’amore: Penso che l’amicizia sia importante, in un rapporto devono esserci fiducia, sincerità e condivisione sempre, sia nei momenti felici che in altri più tristi. La mia vita è fatta di poche amicizie, però chi mi è amico è così.
Vi è autobiografia nei racconti, soprattutto il desiderio di esser capita nel suo modo di esprimersi, come la metafora della gattina che dialoga con una signora nello stupore di tutti e una giornata di pioggia si trasforma in una giornata di sole: Quel sole caldo come l’amore che rende liberi due esseri viventi che, pur diversi, parlano davanti a tutti … la lingua dei gatti!!!
Favole di libertà e armonia
Il titolo è Assoluta Mente (latino: absoluta mente),scritto con mente libera, è perfettamente coerente col testo. L’autrice non si pone confini, sogna mondi diversi in cui i maiali insegnano agli uomini, i passeri imparano l’italiano, caprioli prendono brillantemente diplomi. E’ il mondo della libertà che si guadagna con la comunicazione totale, metafora di quel modo di vivere che ci manca: alziamo barriere linguistiche, respingiamo chi ci arricchisce con la sua diversità. Il sottotitolo si rivolge ai lettori nelle loro competenze: ai piccoli che vogliono sognare, ai grandi che vogliono imparare
Ogni tanto fa capolino l’autrice, chiede ai lettori di allargare l’orizzonte verso le differenze. Non è solo il rispetto dovuto a chi parla il gattese, ma la necessità di una mediazione linguistica. Il capriolo Leo a scuola ogni giorno veniva accompagnato da una persona specializzata in lingua dei caprioli, Doa, per meglio seguire le lezioni. La metafora è chiara: emerge il vissuto dell’integrazione, considerata dono per tutti: penso che nonostante le difficoltà che ha avuto Leo, questa sia stata un’esperienza che tanti hanno visto e hanno avuto la possibilità di conoscere i suoi ‘particolari diversi’, risorsa per la scuola e tutta la società.
Molte delle fiabe sono un elogio dell’utopia felice che fa parlare Merio con le rane del principe, mentre il castello di Papà Pao è abitato da passeri che lo coccolano, gli fanno da camerieri e per lui hanno imparato a esprimersi in italiano: Si dice che il passero maggiordomo Kup per imparare l’italiano sia andato a scuola di logopedia a Padova perché il suo linguaggio non era serio e poco comprensibile.
A volte vi sono momenti di forte pietas per certi eccessi giovanili come nel racconto L’incantesimo della maga Faias, che descrive i divertimenti insulsi proposti ai giovani.
I disegni che illustrano i testi sono opera di chi conosce bene l’autrice, il fratello, testimone della nascita e dell’evoluzione di ogni favola, che parallelamente ha sviluppato la sua abilità come illustratore. Non è facile rendere visivamente le libere fiabe di Francesca, probabilmente vi è un flusso telepatico fra i due che permette un’interpretazione grafica fedele alle intenzioni della scrittrice. La mente creativa di Assoluta Mente ad esempio è rappresentata daun cervello gioioso e combattente in scarpe da ginnastica che si fa scudo di una gomma da cancellare agitando con vigore una matita. Ogni favola è caratterizzata da una frase alla quale corrisponde un disegno. Il tratto è veloce, mosso e sicuro. Colpisce la caratterizzazione umanizzante degli animali protagonisti delle vicende che rispecchia lo spirito e la lettera dei racconti.
Il segreto di Francesca
Dove nasce questa fantasia, questo amore per l’armonia tra le persone, questa ironia gioiosa che permette di superare difficoltà e mantenere un atteggiamento critico e costruttivo nei confronti del mondo? La risposta è molto semplice: la famiglia in cui vive, da sempre l’ha accolta e valorizzata. E’ la famiglia di Claudio Imprudente, di Christopher Brown, di Stephen Hawking, Christopher Nolan, disabili definiti di successo, che semplicemente sono stati posti nelle migliori condizioni per esprimere potenzialità che tutti possiedono. Gli autori, anzi le autrici di questa crescita sono le madri che esprimono la pedagogia della fiducia e della crescita, come sottolinea Christopher Brown nella sua autobiografia: Avrei avuto sempre al mio fianco mia madre per aiutarmi nelle lotte future e per infondermi una forza nuova quando fossi sul punto di soccombere. (Brown 1990)
Francesca ha avuto la fortuna di avere mamma Luciana accanto e di poter contare su papà Franco. Certo vi è tutto un mondo attorno a Francesca a cominciare dalla maestra Felicita che ha saputo andare oltre l’apparenza e ha individuato in lei la scrittrice in grado di aprire nuovi orizzonti.
Chi ha permesso a Francesca di esprimere se stessa nella scrittura è mamma Luciana che ci rivela il suo segreto: l’etica della delicatezza. Ha messo in atto il silenzio interiore, un’attenzione aperta, recettiva a quello che la figlia intende comunicare. Accoglie le indicazione di Francesca con quella disposizione rilassata della mente che permette alla persona di sentirsi accolta, di esser al centro di un’attenzione intensa e coinvolgente. Simone Weil dice che, per una condizione fedele al manifestarsi dell’altro, occorre fare un passo indietro, fare spazio, gioire e nutrirsi della sua comunicazione. (Weil 1988) E’ il senso più profondo della genitorialità, in particolare quella materna.
Queste favole sono un regalo fatto al mondo. Ci dicono che è possibile la comprensione e la reciprocità, che non vi sono limiti alla capacità di capire gli altri, che la felicità è anche un atteggiamento ironico e giocoso che coinvolge tutti, uomini e animali.
Bibliografia
Brown C. 1990, Il mio piede sinistro, Mondadori
Weil S. 1988, Quaderno III, Adelphi, Milano
IL RICAVATO DELLA VENDITA DI ASSOLUTA MENTE E’ DEVOLUTO AL COMITATO PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA EDITORE DELLA RIVISTA HANDICAP & SCUOLA