Handicap & Scuola: quanta strada abbiamo fatto

di Marisa Faloppa

Il primo numero di Handicap & Scuola esce nell’ottobre del 1985 come Bollettino di informazione del Comitato per l’integrazione scolastica. E’ redatto presso la sede dell’ANFFAS di Torino e riprodotto al ciclostile grazie alla disponibilità del personale della scuola Anna Frank di Torino . Dal secondo anno il bollettino viene stampato in tipografia, grazie al puntuale e prezioso lavoro  di composizione di Michele Parise che da allora collabora in modo volontario col comitato di redazione.

L’obiettivo  è quello di diffondere informazioni sulla legislazione scolastica, sui più significativi documenti amministrativi, sui progetti didattici elaborati nelle diverse realtà scolastiche e territoriali e sulle iniziative assunte dalle organizzazioni di tutela dei minori e degli adulti in situazione di handicap a sostegno della loro piena integrazione scolastica e sociale.

Con il numero 217/218 la rivista cessa la sua pubblicazione in formato cartaceo per trasformarsi in testata on line.

Un cambiamento importante che ci induce ad un’analisi del percorso compiuto, degli apporti originali e dei temi trattati nella ricerca costante della qualità dell’integrazione scolastica e nell’impegno per la difesa del diritto all’istruzione degli allievi con disabilità e delle loro famiglie.

Ci sembra importante introdurre queste considerazioni riportando alcune le parole che Mario Tortello aveva lasciato in occasione del decimo anno di vita della rivista : “Handicap & Scuola entra nel suo decimo anno di vita. Dieci anni di informazione, proposte didattiche, analisi della normativa vigente ed in elaborazione. Dieci anni di promozione dei diritti dei più deboli nei confronti di governo, parlamento, enti locali . Un impegno a proseguire nella stessa direzione , con tutti i collaboratori e gli amici che hanno sostenuto e sostengono in vario modo questa straordinaria esperienza di volontariato”[1]

Commentando queste osservazioni Piero Rollero scriveva nella ricorrenza della pubblicazione del numero 100:  “Non si può non leggere con commozione le parole di ricordo scritte a proposito di “tutti i collaboratori e gli amici” e la definizione, profonda nella sua semplicità, di “singolare esperienza di volontariato”, applicata  all’attività collegiale della rivista”[2]

L’intenso impegno nell’accompagnare l’iter di elaborazione della Legge 104/92

A distanza di anni, l’analisi diventa necessariamente più articolata rispetto ai nuclei originali di Handicap & Scuola e al suo impegno nel preparare, sostenere e diffondere il clima culturale da cui sono nati gli articoli della legge 104/92 riferiti all’integrazione scolastica.

Fra i punti ricordati emerge in primo luogo l’intenso lavoro giuridico, collegato strettamente alle istanze pedagogiche, nel perseguimento della qualità dell’integrazione scollastica. In particolare questo impegno si è sviluppato, con complessità e continuità, nei quattro anni che vanno dall’1988 a1 1992, durante i quali si seguì la difficile elaborazione della Legge quadro sull’handicap: la tempestività, l’incisività e l’ampiezza degli interventi della rivista, documentati in cinque dossier, hanno lasciato il segno in alcuni buoni punti della legge.

Subito dopo la sua emanazione, Mario Tortello iniziò la rubrica “Osservatorio sulla legge quadro sull’handicap” che segue ormai da trent’anni tutta la normativa derivata, per analizzarne la piena conformità  delle nuove disposizioni ai principi costituzionali e legislativi e per denunciare, all’occorrenza, il rischio che dietro ad alcune formulazioni  si nascondano nuove possibiltà di discriminazione.

L’attenzione così esemplare alla Legge quadro aveva anche lo scopo di affermare il pieno diritto degli alunni “gravi” all’integrazione scolastica, ed è questo un altro nucleo svolto con continuità e ampiezza non comune, formando una  raccolta importante di esperienze, di riflessioni e di ricerc he enucleate sotto le rubriche “Coi gravi si può” e “Non dire mai grave”. Gli elementi al riguardo partono dall’esame del diritto, dalla dimostrazione delle potenzialità e delle capacità su basi teoriche e sperimentali, fino alla elaborazione di una nuova metodologia: “la cultura del compito e delle materie”.

Alcuni principi fondamentali, metodologie di lavoro, sintesi di contenuti

Un principio trasversale di particolare rilievo è stato spesso espresso nella rivista con le parole: “che l’handicap non resti marginale”, ma sia inserito nei provvedimenti e nelle strutture per tutti i cittadini a garanzia di un’effettiva integrazione scolastica e sociale. Non si facciano richieste di aspetti eccessivamente specialistici della legislazione, ma integrati nelle norme per tutti, in una politica generale attuativa dei principi di ugualianza stabiliti dalla Costituzione.

Tra le sintesi significative proposte da Mario Tortello, diventate altrettante rubriche della rivista, segnaliamo le quattro parole chiave per la qualità dell’integrazione:

  • Riprendiamoci la pedagogia: Questa espressione“sta a sottolineare la necessità di un’attenzione peculiare all’asse educativo, prima ancora che ai necessari coinvolgimenti dell’ambito medico-clinico. Non si vuole negare ideologicamente l’esistenza di aspetti patologici; semmai pretendere che all’individuo in situazione di handicap venga ssicurato anzitutto ciò che gli spetta in quanto persona, per poi provvedere ai bisogni particolari, per i quali la risposta non dovrebbe mai essere totalizzante o emarginante”[3]
  • Partecipare per apprendere:  Indica che obiettivo ultimo di ogni intervento educativo è l’apprendimento di un compito nell’ambito dell’esperienza quotidiana, attraverso l’assunzione di conoscenze e competenze.
    “L’alunno in situazione di handicap deve essere costantemente condotto a percepire che i “compiti” della classe non sono a lui totalmente estranei e che hanno queste caratteristiche: esistono, sono risolvibili, possono essere appresi a diversi livelli, possono essere partecipati. Mentre la classe lavora ad un compito specifico, l’allievo handicappato non dovrebbe essere estraniato, ma partecipare per quanto possibile allo stesso compito, in forme adattate e/o ridotte, che rientrano nella cultura caratterizzante tale compito specifico”[4]   
  • Pedagogia dei genitori: “I genitori sono spesso una grande risorsa non sfruttata da chi lavora con persone in situazione di handicap. Eppure esistono ragioni che raccomandano tale collaborazione; condizioni sperimentate per condividere fini comuni, potere decisionale e sentimenti; modalità collaudate per realizzarla.
    Purtroppo non tutti gli operatori insistono sulla necessità di un proficuo rapporto tra scuola e famiglia;  ma si tratta di una dimensione tutt’altro che secondaria, che può portare grandi vantaggi alla crescita di tutti e di ciascuno, a partire dalla possibilità per operatori e familiari di riconoscere reciprocamente una necessaria ricomposizione dei rispettivi punti di vista educativi.”[5]  
  • Pensami Adulto: L’espressione rappresenta una sintesi dai contenuti multiformi e dalle interpretazioni ampie. Vi si concentrano, fra le altre, le problematiche circa la non infantilizzazione  delle persone con disabilità fino a quelle del “Progetto di vita” per superare il Progetto educativo individualizzato che risulta spesso troppo scuolacentrico.

Dopo la scomparsa di Mario Tortello e di Piero Rollero il loro nome viene conservato nella testatina come “fondatori” di Handicap& Scuola, per ricordare l’inscindibile legame con la rivista da loro fondata. Non si tratta di un riconoscimento formale, ma sostanziale e soprattutto di uno stimolo costante a testimoniare la loro eredità culturale per gli anni a venire

La rivista ha rappresentato per anni un punto di riferimento per docenti, genitori e istituzioni impegnate nei processi di integrazione e inclusione delle persone con disabilità e ora la redazione intende proseguire nella sua azione informativa ,ma in una forma nuova più aderente alle nuove esigenze economiche ed ecologiche della società.

Ci auguriamo che tutti voi abbonati vogliate accompagnarci in questa piccola rivoluzione e contribuiate a diffondere sempre più la nostra voce.


[1]     “Handicap & Scuola”, n. 1-2, settembre ottobre 1994, p.1
[2]    “Handicap & Scuola”, n. 100, novembre-dicembre 2001, p.3
[3]    Tortello M. “Handicap & Scuola” n. 99 bis settembre-ottobre 2001, p.4
[4]    Ibidem p. 5
[5]    Ibidem p. 5

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